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Progetto
La Fondazione Parco del Piano di Magadino ha conferito allo studio Oikos – Consulenza e ingegneria ambientale Sagl di Bellinzona, l’incarico della progettazione di un piano di gestione naturalistico quinquennale (2020-2024) per la riserva naturale e sito di riproduzione anfibi di importanza nazionale Santa Maria. L’intervento è stato finanziato da Cantone, Comuni, Confederazione e dalla Fondazione Blue Planet Virginia Böger X.X.
Dall’analisi della storia recente dell’area di progetto Santa Maria, si nota come essa fosse circondata, circa 80 anni fa, da un meandro del fiume Ticino, che ha scavato la depressione che è presente anche attualmente e che rappresenta la zona umida più interessante della riserva.

@corradogriggi.fotografo

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Attraverso un piano di gestione naturalistico della durata di 5 anni (2023-2027), l’obiettivo generale è il mantenimento e la valorizzazione dei contenuti naturalistici della riserva naturale e della sua funzione ecologica a medio e lungo termine. In particolare, gli interventi mirano a:
Gestire le neofite invasive
Valorizzare gli ambienti palustri (canneti, cariceti, prati acquitrinosi)
Recupero paesaggistico
Gestire le superfici forestali e i margini boschivi (siepi e boschetti)
Pulire le superfici da rifiuti e depositi abusivi di materiale di vario genere
Curare e rigenerare i punti d’acqua permanenti e temporanei
Stato prima degli interventi: problematiche
I sopralluoghi effettuati durante il mese di ottobre 2019 hanno permesso di evidenziare i deficit e le principali problematiche riscontrate. Lo stato di conservazione degli habitat più rilevanti per il biotopo, caratterizzati da determinismo idrico (pozze, canneto), è risultato discreto; tuttavia, le fitocenosi erbacee, arbustive ed arboree ad essi subito adiacenti, sono risultate fortemente invase da neofite. Il grado di alterazione dell’autoctonia dei popolamenti vegetali è spesso elevato e le esotiche risultano nella maggior parte dei casi dominanti. Tale situazione è indicatrice del fatto che la gestione corrente per contrastare il fenomeno dell’invasione delle neofite non si dimostra efficace sia nelle zone ove sussiste un accordo di gestione sia nelle aree esterne ad esso; in queste ultime, inoltre, la situazione è particolarmente aggravata dalla presenza di un popolamento molto esteso ed affermato di Reynoutria xbohemica, che è in preoccupante espansione nella riserva come dimostrato dai numerosi nuovi focolai/popolamenti osservati anche al di fuori delle scarpate.

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Obiettivi specifici del ripristino ambientale
L’area di progetto si trova all’interno di una zona di grande vocazione naturalistica, paesaggistica e agricola, definita agroecosistema. Il piano di gestione deve assolvere ai seguenti obiettivi specifici:









